Francesca Sensini, Pascoli maledetto, Il Melangolo, 2020, 156pp., SSN 1970-2116.
Questo è un lavoro a tesi ed un lavoro di parte. La tesi è che Pascoli sia il nostro poeta maledetto o, detto altrimenti, che debba essere ricondotto a quella temperie estetico-filosofica e studiato in una prospettiva risolutamente europea.
Pascoli maledetto, dunque, à la Verlaine e a modo suo, con un’originalità che ne fa un maestro unico della poesia europea moderna. E doppiamente e altrimenti maledetto, perché fissato in una storia e rappresentazione disfortune, di traumi, di turbe, di lacrime che obbligano l’artista e la sua opera a una veglia mortuaria in cui tutte le cavalle sono storne. Pascoli maledetto, al di là dell’immagine pubblica rassicurante e dell’elaborazione di un codice poetico stratificato e criptato tutto da decifrare. Pascoli maledetto, con una biografia da riscrivere, al di là della vulgata, in cui integrare il consumo e abuso di alcool e di laudano che sembra ancora restare nell’ambito dell’indicibile.