Date, Horaire et lieu
10/12/2016, 10:00 am - 12:00 pm - CMMC
Carmen Van den Bergh (KULeuven): « Il riflesso della coscienza: il « come-me » di Malaparte »
Nell’ultimo seminario dedicato allo scrittore Curzio Malaparte si affronteranno i primi scritti giornalistici e i frammenti di prosa lirica dello scittore pratese, che oltre a essere molto interessanti sono sovente stati sottovalutati e ignorati. Di breve lunghezza e quindi adatti per una lettura e discussione ad hoc, i vari racconti sono usciti, come di solito succedeva, prima sulle terze pagine di quotidiani e riviste per poi essere raccolti in volume. Così accadde con le raccolte di raccconti “Sodoma e Gomorra” (1931), “Fughe in prigione” (1936), “Sangue” (1937) e “Donna come me” (1940).
Chi ha letto il repertorio completo dell’autore pratese converrà con Giorgio Luti che “Donna come me” rappresenta la “prova più alta e convincente della prosa d’arte malapartiana”. In questa raccolta composta da “capitoli” lo scrittore va alla ricerca del “come” di paragone e si rispecchia di volta in volta in diverse configurazioni: cerca le sue sembianze nella donna ideale, nel cane che è il riflesso della sua anima – nonché suo unico vero amico, nel pezzo di terra, nella giornata felice, nel santo di Prato, e nella città che vorrebbe costruire con le sue mani. La personalità dell’autore si identifica con tante forme, legate fra di loro da una profonda e inquieta liricità. Dal sottotitolo “fantasie” la raccolta fa emergere memorie d’infanzia alla ricerca delle proprie origini, con nomi di persone e luoghi reali, affiancati da visioni fantastiche, sentimenti e semplici spunti quotidiani. L’autobiografismo malapartiano si riscontra anche al di fuori dagli scritti. Basti pensare alla villa, al cane Febo e alla sua figura da dandy e si capisce come Malaparte amava divertirsi, sia nella vita pubblica che privata, a mascherare la realtà che “forse trovava troppo piatta” (Orfeo Tamburi in “Malaparte come me”) in concomitanza con un continuo voler smascherare la sua vera natura. E se il suo essere impigliato in questa rete narcisistica fosse spia di un malessere più profondo?